Ma come fa a far tutto?
SPOILER: non dovrebbe. Prendiamo in prestito il titolo della commedia del 2011 con Sarah Jessica Parker per riflettere sul carico mentale e sul gender gap nel mondo del lavoro.
Una domanda retorica che nasconde un’amara verità. Ci si stupisce dell’abilità delle donne di conciliare carriera e famiglia, lavoro “vero” e lavoro di cura, ma si interviene ancora troppo poco per attenuare il gender gap e ridurre il carico mentale che deriva da questa mission impossible: fare tutto, appunto.
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Parità di genere: a che punto siamo?
Quali sono i progressi sulla parità di genere a livello internazionale? E come sta evolvendo lo scenario italiano? Lo scopriamo con l’aiuto della consulente di carriera e HR Sara Brogin, attraverso i dati dall’Osservatorio JobPricing in collaborazione con IDEM Mind the gap.
Dalle diverse tipologie di gap (livelli di istruzione-percorsi di studio-mercato del lavoro e percorsi di carriera) al peso del ricorso al part-time, fino all’effetto della genitorialità sul divario retributivo: il quadro che emerge mostra chiaramente che il gender gap deve essere considerato come un vero e proprio danno per la nostra società. La disuguaglianza non è solo un problema etico, ma è un freno per la crescita dell’intero sistema economico.
Il cambiamento è necessario, e deve essere accelerato: al ritmo attuale di progresso, infatti, ci vorranno 134 anni per raggiungere la piena parità.
I dati parlano da soli: le donne (come la protagonista della bellissima illustrazione di IsaBlup) devono prendersi più cura della famiglia e della casa, lavorano di meno, sono più spesso sottoposte a part-time involontari, le loro carriere lavorative non sono libere di evolvere come loro vorrebbero e, dulcis in fundo, a parità di ruolo vengono pagate meno dei colleghi uomini. Le scelte lavorative delle donne sono in definitiva viziate da una discriminazione che opera nei loro confronti su tutti gli aspetti della vita economica e sociale.
Non basta quindi perseguire la parità retributiva, ma occorre lavorare su una molteplicità di processi che, insieme, possano fare davvero la differenza e contribuire a cambiare la cultura delle persone. Ti lasciamo un consiglio di lettura in proposito: "Bastava chiedere", il fumetto di Emma Clit dedicato proprio al tema del carico mentale.
Lavori da maschi
Cosa significa fare dei "Lavori da Maschi" nel 2025? Quali sono gli ostacoli e gli stereotipi contro cui combattere? Cinque professioniste in ambiti considerati maschili hanno condiviso con noi le loro storie e il loro punto di vista.
Con l’ingegnera nucleare Gemma Damiani abbiamo parlato della sotto-rappresentazione femminile in ambito scientifico, ma anche della fondamentale importanza di incrementare il supporto in termini economici e di servizi alle famiglie - in ogni settore - per impedire che le donne siano costrette a sacrificare il proprio percorso professionale.
Con la Pastry Chef Valentina Spadoni abbiamo discusso di pregiudizi difficili da sradicare, come quelli che ancora oggi ritengono il mondo della cucina “professionale” appannaggio maschile; stereotipi che spesso oscurano quelle reali capacità che andrebbero invece valorizzate.
Le fa eco Alessia Mangiantini, educatrice cinofila che si scontra quotidianamente con due tipologie di stereotipi: quelli legati a un lavoro “non femminile” e quelli relativi ai cani molossi, che per molti sono da educare con metodi autoritari e repressivi.
C’è speranza per il futuro, però: Ludovica Mazzanti, export manager del settore vitivinicolo, ci ha raccontato di notare una maggiore apertura nei più giovani, meno inclini a pregiudizi e considerazioni sull’aspetto fisico, e più pronti a un sincero riconoscimento del valore intellettuale e professionale.
Penso che la chiave sia dare più visibilità a chi, come me, lavora con passione in questi ambienti, perché più ci abituiamo a vedere donne in ruoli considerati "maschili", più questi pregiudizi spariranno ci ha ricordato poi Roberta Innocenti, a proposito della sua esperienza di imprenditrice con Autolavaggio Bellavista.
Non potremmo essere più d’accordo.
I prossimi appuntamenti
Un corso di autodifesa personale gratuito, articolato in dieci incontri a cadenza settimanale presso il Centro per le famiglie Amina Nuget di Uzzano. Si chiama Donne Forti, a cura del dott. Luciano Maccioni in collaborazione con 365giornialfemminile e il Sifu Gran Master della palestra Loto Rosso. Il prossimo ciclo è in partenza venerdì 18 aprile, dalle 10.00 alle 11.30.
A maggio ci aspetta un nuovo percorso del progetto di formazione Azioniamo il Genere, dedicato ai professionisti della rete antiviolenza, con il contributo del Fondo Beneficenza di Intesa Sanpaolo. Per informazioni e per partecipare scrivi a info@365giornialfemminile.org.
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